ATTACCO CARDIACO SUL GHIACCIO. MA L’ARBITRO SALVA IL GIOCATORE

da www.arbitri.com

STOCCOLMA - Una storia dal sapore natalizio arriva dalla Svezia. Un arbitro della massima serie svedese dell’hockey ghiaccio ha salvato la vita ad un giocatore colpito da attacco cardiaco durante la partita fra Orebro e Bofors. Durante un’azione offensiva dell’Orebro il 26enne Niklas Lihagen è crollato sul campo di ghiaccio colpito da infarto. Uno degli arbitri, Wolmer Edqvist, che nel corso della sua vita ha lavorato come autista di ambulanze, ha subito capito la gravità della situazione e ha immediatamente praticato un massaggio cardiaco al giocatore, prima che arrivassero i medici che hanno poi intubato Lihagen. Il giocatore si è ripreso, poi è stato trasportato in ospedale per accertamenti da uno dei due vicoli che nel frattempo erano entrati in campo. L’arbitro Edqvist ha ricevuto applausi scroscianti dal pubblico, e successivamente la partita è ripresa.

Esordio !!!

di Andolfi Antimo, AE OTS

Pubblichiamo, così come ci sono pervenute, le sensazioni dell'esordio di un nostro nuovo collega neo immesso con gli esami del 3 dicembre scorso. La redazione attende... quindi... artcoli di tutti i 24 nuovi arbitri che stanno iniziando a dirigere le loro prime gare, facendo a tutti un grosso in bocca al lupo per questa nuova meravigliosa avventura!

Il mio giorno d’esordio è stato il 6 gennaio 2010, ho arbitrato Lucrezia – Acqualagna giovanissimi provinciali.
Prima che mi dissero di questa partita, non vedevo l’ora di arbitrare e da inizio gennaio aspettavo solo una chiamata,quella che mi diceva appunto di andare a gareggiare la mia prima partita.
Quando quella telefonata arrivò ero felicissimo e da quel momento pensavo quasi sempre a quella partita e come dovevo comportarmi e già da li la tensione iniziava a sentirsi.
Poi finalmente arrivò quella mattina, quando il giorno prima ero preoccupato perché aveva prima  nevicato e poi piovuto fino a sera,quindi credevo che la partita era da rinviare, invece no, siamo riusciti a giocare.
Sono arrivato al campo e devo dire che all’inizio ero abbastanza tranquillo(stranamente), anche quando ho fatto qualche minuto di riscaldamento, solo che dopo, quando dovevo fare l’appello iniziavo già ad essere un po’ teso. Poi quando sono entrato in campo con le due squadre ancora di più, però al fischio d’inizio e dopo qualche minuto di gioco ho iniziato ad essere più sereno e tranquillo.
Durante la partita tutto bene, è stata molto corretta e  con pochi falli, quindi in un certo senso mi ha facilitato la cosa.
Poi finita la partita sono andato nel mio spogliatoio,e ho parlato con il mio accompagnatore, Mattia Gasparri, delle diverse cose che ho sbagliato e come avrei dovuto farle anche in riferimento alla prossima partita che dovrò arbitrare. Infatti spero che da gara in gara migliori cosi che possa passare anche a categorie maggiori.
Per questo vorrei ringraziarlo insieme a tutte le persone che mi hanno aiutato in questo cammino fino, appunto al mio esordio.
È stato un esordio tutto sommato molto positivo per me: come prima cosa mi sono divertito molto infatti al termine della gara ho pensato subito di voler arbitrare un’altra partita, poi è stata una nuova esperienza, ho sempre pensato che era una bella sensazione e infatti ne ho avuto la prova. Quindi sono molto felice per questa mia partenza e per questa nuova avventura che spero duri il più possibile.

Trasferte di ieri e trasferte di oggi

di Antonio Vitale, OA OTS

Racconto liberamente tratto dai ricordi dell'a.b. Angelo Alberghetti

ImageAlcuni giorni fa incontrando un amico, che conosce la mia passione per l'arbitraggio, mi ha riferito la sua  meraviglia ed il suo stupore nel vedere i nostri giovani arbitri raggiungere il campo sportivo con il ciclomotore.
 Aveva intuito che molti dei nostri ragazzi fanno parecchi chilometri per raggiungere il campo sportivo e che quindi si sottopongono prima delle difficoltà del campo a quelle della strada.
  Per  coltivare la passione dell'arbitraggio una volta esaurite le designazioni dei campetti sotto casa e una volta cresciuti di categoria occorre che il giovane arbitro affronti le sue prime trasferte il più delle volte in compagnia dei genitori in auto e qualche volta in ciclomotore fra il traffico e con il rischio di beccarsi la sanzione amministrativa per il trasporto di oggetto ingombrante (leggi borsone).
  Prima di partire nel massimo della concentrazione pregara occorre che il nostro giovane collega per più volte tranquillizzi i propri genitori con frasi del tipo “ Non ti preoccupare vado piano” e  risponda alla frase “ Dopo che ti sei fatto la doccia asciugati bene i capelli e copriti bene prima di prendere il motorino”  “Tranquilli nel borsone ho caricato il fono”.
   Per certe gare di categoria in ossequio alle direttive del “Pres” (leggi Massimo) bisogna abbigliarsi con la giacca, che é incompatibile con l'infagottamento da ciclomotore, per cui occorre che il nostro si fermi da qualche parte per fare un breve cambio d'abito prima di presentarsi al campo sportivo.
   Alla base di quanto sopra vi è la sola passione per fare l'arbitro.
   La stessa passione che tanti anni fa muoveva gli arbitri di allora. A tal proposito vi voglio raccontare di un episodio narratomi dal nostro arbitro benemerito Angelo Alberghetti.
   Anni di appena dopo la fine della seconda  guerra mondiale il nostro associato viene designato per una gara da disputarsi in Urbino il giorno 8 Dicembre festa dell'Immacolata.
   Allora di mezzi propri non ne esistevano ed erano proibiti, occorreva prendere mezzi pubblici, che  a quel tempo erano per lo più  residuati bellici  riadattati  alla bene e meglio utilizzando le demolizioni  più svariate.
   La stazione delle corriere non c'era ed il punto di partenza, alle ore 16,00, si trovava dove ora  c'è  l' agenzia di viaggi di Piazzale Matteotti. Si partiva il giorno prima della gara perché le corse non erano numerose e pertanto bisognava anticipare il viaggio dato anche che nei giorni festivi il servizio pubblico non veniva svolto.
    Che viaggio! Le strade che c'erano erano quelle che erano, imbrecciate con le buche e numerosi “volt” (curve) ma la cosa più a rischio era il guado dei fossi, torrenti e fiumi che privi di ponticelli e ponti (minati e distrutti per il passaggio del fronte bellico) dovevano essere affrontati dal trasporto (camion generalmente DODGE centinati e coperti da teloni)  attraverso ripide discese verso il corso dell'acqua, l'attraversamento dello stesso e la ripida salita verso ciò che restava della strada.
  Un viaggio che ora si affronta in 30/40 minuti e che allora occorreva anche una mezza giornata tanto che il nostro collega partito alle ore 16,00 da Pesaro é arrivato in Urbino in serata..
  L'alloggio per la sera era stato consigliato da un compagno di scuola di origine urbinate che come unica indicazione gli aveva riferito  di presentarsi a suo nome presso una famiglia.
  Dopo aver bussato a quella porta chi gli é andato ad aprire conoscendo il nome dell'ambasciatore fece  accomodare l'ospite in casa offrendogli la cena ed un posto per dormire.
  La camera da letto era un grande stanzone con un soffitto molto alto oltre i quattro metri e per difendersi dal rigore della temperatura invernale vi erano solo delle coperte con topi che correvano in F1 sopra il soffitto.
   Al mattino una volta alzatosi, fatta un po' di colazione il nostro Angelo si reca con la propria borsa in piazza ad Urbino dove alla bacheca della società sportiva con sua somma sorpresa vede affisso un telegramma della Federazione dove veniva riportato il seguente testo: “ Gara fra _____ e _______ rinviata per neve”.
  Si va bene aveva nevicato, la gara non si sarebbe svolta ma come tornare al più presto a casa visto che era anche festa?
  Angelo non si perde d'animo si ricorda che ad Urbino vi era una cooperativa di lavoro dove conosceva un addetto e sicuro che qualcuno fosse a lavoro con passo veloce arrivò alla sede della cooperativa.
  Lì venne riconosciuto immediatamente dal conoscente che si stupì della sua presenza in Urbino  sopratutto per la giornata festiva.
  Il nostro associato gli disse di trovarsi in Urbino perché era l'arbitro della gara rinviata per neve e questi di risposta gli disse in dialetto urbinate “ ma sa si matt!”.
   “Matt” o non “Matt” il problema era ritornare a casa.

COMUNICAZIONE

Si è osservato, sul portale Facebook, la presenza dell'applicativo "PARLA CON..." dove un utente ha "costruito" un "PARLA CON MASSIMO DEL PRETE... PRESIDENTE" con tanto di foto del presidente di sezione.

Si fa presente agli associati ed a tutti coloro che "girano" nel mondo del calcio, che l'autore di tale applicazione NON è il presidente di sezione nè alcun componente il consiglio direttivo sezionale della Sezione AIA Pesaro.

Si comunica che, per la tutela dell'immagine del ruolo che ha il presidente di sezione e della sezione AIA stessa, è stata aperta una segnalazione di violazione della privacy, contro l'autore dell'applicativo in questione, agli amministratori del portale Facebook, chiedendo la cancellazione dello stesso. Si valuterà nei dovuti luoghi anche una possibile denuncia alla polizia postale dell'accaduto.

Questa comunicazione viene rilasciata pubblicamente sul sito ufficiale della sezione AIA di Pesaro per la dovuto chiarezza e trasparenza che la sezione AIA ha nei confronti di tutte le componenti.

Il vicepresidente di sezione - Luca Foscoli

Un anno da ricordare

di Thomas Bonci, AE OTS

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Era il 30 novembre 2008 che arbitravo Santa Veneranda – Villa San Martino giovanissimi provinciali. Giorno dell’esordio assoluto. Ero teso, emozionato e desideroso di cominciare quest’avventura. A gennaio debutto negli allievi e poi a fine stagione due graditissimi premi: la prima partita di juniores provinciali e la possibilità di dirigere la finale del torneo Marche Romagna. Poi è arrivata la stagione sportiva 2009/2010 che mi sta regalando, fino ad oggi,  altrettante belle emozioni: dopo sette partite di juniores, a sorpresa, ecco arrivare la prima partita di terza categoria. Ho proseguito per questa strada arrivando a calcare (addirittura) anche un campo di seconda categoria. E’ il 20 dicembre 2009 e guarda caso sempre a Santa Veneranda in un altro derby (stavolta contro il Muraglia). Campo in buone condizioni, anche se un po’ ghiacciato (visto che faceva -1°C) ma partita comunque intensa: il Muraglia riesce a guadagnare una vittoria rocambolesca contro la squadra di casa vincendo per 3-2. Insomma una partita divertentissima che ha concluso un anno per me molto importante: l’entrata nel gruppo degli arbitri nel novembre del 2008 fino ad arrivare a poco più di un anno ad arbitrare la seconda categoria. Ma quello che mi piace ricordare sono le persone che vivono questa Associazione, arbitri e dirigenti arbitrali: persone che per la loro passione dedicano la maggior parte del tempo libero per questa attività, persone che si aiutano a vicenda quando qualcosa non va e che allo stesso tempo gioiscono per i debutti altrui, persone che crescono insieme perché tutti hanno qualcosa da imparare. Senza di loro, che mi hanno aiutato a crescere, come arbitro e soprattutto come uomo, sicuramente non avrei mai raggiunto gli stessi risultati. Per questo un ringraziamento particolare lo devo a Massimo Del Prete, Claudio Gasparini, Luca Foscoli, Marco Toti, Rito Briglia, Francesco Cecconi, Marco Savelli ma anche agli altri arbitri, perché insieme siamo tutti una grande famiglia. Un ringraziamento speciale va a tutti gli amici del polo di Fano (non faccio nomi altrimenti rischio di dimenticare qualcuno) con cui ho condiviso gioie, emozioni e momenti più difficili. Grazie davvero.
Concludo augurando buon Natale e felice 2010 a tutti coloro che tengono alto il nome dell’Associazione Italiana Arbitri.

(Nella foto: Thomas Bonci insieme a Paolo Tagliavento durante la festa del 70° anniversario della Sezione AIA Pesaro del 4 luglio 2009)

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