Claudio Caprini, componente CAI, in visita presso la sezione

Imagedi Ilaria Cleri, AE OTS - Foto di Thomas Bonci

Ancora una volta la sezione pesarese è stata protagonista di un importante incontro con un personaggio di livello nazionale; ospite d’onore della serata è stato il componente CAI Claudio Caprini, che in passato ha militato come assistente anche nella massima serie. Giunto appositamente da Perugia per onorare l’invito del presidente Massimo Del Prete, si è dimostrato un ottimo relatore intrattenendo gli associati pesaresi , accorsi numerosi per l’occasione, sull’importante concetto di cosa sia realmente l’Associazione Italiana Arbitri, definendola come “la più grande scuola d’Italia”, e ponendo in particolare l’accento sul difficile ruolo che ogni sezione ricopre nel processo di maturazione e di crescita di ogni giovane, paragonando le tappe di ogni arbitro a un iter che inizia dalla sezione come luogo di formazione e di condivisione di esperienze e che solo in pochi casi giunge alla conclusione.  Pertanto, l’arbitraggio rappresenta un inizio e mai una fine, ha proseguito Caprini, perché sarebbe sbagliato sentirsi arrivati in quanto, ognuno di noi, finita la carriera sui campi, può continuare a dare un prezioso contributo all’Associazione non dimenticando mai che ogni esperienza contribuisce ad arricchire la persona come arbitro e, su tutto, come uomo. Infine, ha concluso la riunione con un bellissimo pensiero sull’essere arbitro, guardando quest’ultimo da una prospettiva diversa, non solo dal lato prettamente tecnico, ma in particolare da quello umano, ricordando a tutti che l’arbitro è soprattutto il volontario per accezione ed eccezione che con passione ed abnegazione si mette al servizio del gioco del calcio per una crescita comune.

La mia partita più bella

di Ilaria Cleri, arbitro effettivo OTSImage

Un ritorno al passato è sempre speciale soprattutto quando ti volti indietro a guardare quante difficoltà hai dovuto superare prima di tornare a sognare e allora, forse, il ricordo dell’anno e mezzo passato dall’ultima partita arbitrata sembra meno lontano e anche un po’ meno sfuocato. Finalmente sono tornata a calcare un campo di calcio, a sentire il profumo dell’erba appena tagliata, a indossare quella giacchetta nera che, in campo, distingue il valore di un arbitro da chiunque altro, a sentire tanta gente che mormora dalle tribune, a insegnare a dei ragazzini dei Giovanissimi le regole del gioco del calcio… ma soprattutto sono tornata a correre proseguendo il mio cammino di arbitro. Tuttavia, la mia partita più bella l’ho “giocata” il 16 maggio scorso, all’ospedale Hesperia di Modena e, quasi come se fosse una designazione, quella mattina arrivai con un’ora di anticipo per prepararmi al ricovero e ricordo che la trepida attesa prima di scendere in sala operatoria si fece sentire anche lì. Per fortuna l’intervento al ginocchio durato, non 90 minuti, ma ben due ore e mezzo, andò benissimo, oltre ogni aspettativa… e, dopo sette lunghissimi anni, ho finalmente risolto il mio problema!! Oggi sono una persona che crede che i sogni sono fatti per essere inseguiti e acchiappati con una mano, come lucciole in un campo di grano, perché niente può esserti impedito se dentro hai tanta voglia di fare, di stupire e tanto spirito di abnegazione, quindi ragazzi correte, correte più forte che potete, lasciate che una dolce brezza vi accarezzi il viso, lasciatevi trascinare dalla gioia di una corsa e, anche se sarete stanchi e affannati, non fermatevi alla prima salita che vi si pone davanti e che vi impedisce di guardare lontano, perché laggiù, in quella discesa, c’è un campo che ci aspetta per iniziare una nuova avventura!

Crederci sempre, arrendersi mai !

di Luca Serfilippi, AE OTRImage

Pubblichiamo la lettera aperta che il collega ha letto durante la riunione tecnica obbligatoria di lunedì 16 novembre 2009.

Ciao a tutti cari colleghi-amici, per chi non mi conosce sono Luca Serfilippi, ed ho appena trascorso una settimana piena di grandi gioie e soddisfazioni personali che mi hanno riempito di orgoglio e reso fiero di me stesso.
Sabato 31-10-2009 ho debuttato nella massima categoria regionale – l'Eccellenza - e dal momento in cui sono partito da casa fino all'incontro con gli assistenti mi sono passate nella mente tutte le fotografie delle esperienze ed emozioni che ho provato dalla prima partita del 18-12-2005 in quel di Lucrezia fino ad oggi.
Un cammino in cui ho incontrato tante persone nuove, dove ognuna ha arricchito il mio bagaglio umano facendomi crescere come arbitro e sopratutto come uomo.
Il primo che voglio ricordare è il grande maestro Marco Sorcinelli, colui che mi accompagnò alla mia prima partita provandomi a dare qualche suggerimento – consigli lì per lì inutili perché preso dall'emozione il cronometro era rimasto fermo - ma che si sono rivelati in seguito dei grandi consigli di vita che non scorderò mai.
Consigli ed esperienze di vita che l'Associazione Italiana Arbitri, in particolare la Sezione ti dà e ti fa vivere.
Sin dal primo momento in cui sono entrato in questa casa, mi sono sentito membro di una famiglia, una famiglia che ha una grande passione in comune: l'Arbitraggio.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti senza escluderne nessuno (o almeno ci provo) che in questi anni mi hanno aiutato, incoraggiato, spronato, consigliato e rimproverato: Massimo Del Prete, Luca Foscoli, Claudio Gasparini, Marco Savelli, Gianni Spigarelli con cui ho condiviso e condivido in particolar modo tutti i successi e le delusioni.
Un altro ringraziamento particolare lo voglio fare anche a tutti quei colleghi-amici con cui mi confronto, discuto e scherzo ogni qual-volta c'è l'occasione, partendo dagli amici del polo di allenamento di Fano: Andrea Bindella, Tommaso Curzi, Massimo Gasparini, Andrea Mei, Matteo Diotallevi, Thomas Bonci, Marco Bargnesi, Mattia Gasparri, Simone Straccia; e via via tutti gli altri: Giacomo Pompei, Stefano Lavanna, Nicola Carbonari, Rito Briglia, Paolo Troiani, Remo Massetti, Lorenzo Giraldi, Marco Cesaroni, Nicola Donnarumma e tutti gli altri arbitri che come il sottoscritto ogni week-end vanno a tenere alto il nome della sezione.

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