La mia partita più bella

di Ilaria Cleri, arbitro effettivo OTSImage

Un ritorno al passato è sempre speciale soprattutto quando ti volti indietro a guardare quante difficoltà hai dovuto superare prima di tornare a sognare e allora, forse, il ricordo dell’anno e mezzo passato dall’ultima partita arbitrata sembra meno lontano e anche un po’ meno sfuocato. Finalmente sono tornata a calcare un campo di calcio, a sentire il profumo dell’erba appena tagliata, a indossare quella giacchetta nera che, in campo, distingue il valore di un arbitro da chiunque altro, a sentire tanta gente che mormora dalle tribune, a insegnare a dei ragazzini dei Giovanissimi le regole del gioco del calcio… ma soprattutto sono tornata a correre proseguendo il mio cammino di arbitro. Tuttavia, la mia partita più bella l’ho “giocata” il 16 maggio scorso, all’ospedale Hesperia di Modena e, quasi come se fosse una designazione, quella mattina arrivai con un’ora di anticipo per prepararmi al ricovero e ricordo che la trepida attesa prima di scendere in sala operatoria si fece sentire anche lì. Per fortuna l’intervento al ginocchio durato, non 90 minuti, ma ben due ore e mezzo, andò benissimo, oltre ogni aspettativa… e, dopo sette lunghissimi anni, ho finalmente risolto il mio problema!! Oggi sono una persona che crede che i sogni sono fatti per essere inseguiti e acchiappati con una mano, come lucciole in un campo di grano, perché niente può esserti impedito se dentro hai tanta voglia di fare, di stupire e tanto spirito di abnegazione, quindi ragazzi correte, correte più forte che potete, lasciate che una dolce brezza vi accarezzi il viso, lasciatevi trascinare dalla gioia di una corsa e, anche se sarete stanchi e affannati, non fermatevi alla prima salita che vi si pone davanti e che vi impedisce di guardare lontano, perché laggiù, in quella discesa, c’è un campo che ci aspetta per iniziare una nuova avventura!

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