Dopopartita Sky: l'arbitro di pallacanestro va in TV

fonte: Gazzetta dello Sport

"Già oggi telecamere nello spogliatoio dei direttori di gara: spiegheranno a caldo la loro decisione più importante”.

Ancora una volta, grazie agli arbitri e a Sky, la pallacanestro italiana fa un passo avanti, innovativo rispetto a tutti gli altri sport. Era già accaduto con l’instant replay, ormai metabolizzato dai tifosi e dai protagonisti come elemento essenziale delle gare decisive, succede di nuovo oggi con un’iniziativa che spalanca le porte dello spogliatoio degli arbitri a partita appena conclusa: un direttore di gara, davanti ai telespettatori, potrà spiegare prima di tutto la regola tecnica e chiarire così un’azione decisiva della gara. Infine, se è il caso, magari ammettere un errore. Non è la moviola: non ci sarà contraddittorio con gli arbitri, e verrà scelto un solo episodio.
Ma, se l’esperimento che parte oggi con la Supercoppa funzionerà, alla fine della stagione gli appassionati ne sapranno molto di più di basket, di regolamento e di applicazione delle regole. E conosceranno meglio anche i direttori di gara. E’ una novità da maneggiare con cura ma Luciano Tola, nuovo presidente degli arbitri, ha subito accettato la proposta di Sky: «Ci siamo già messi in discussione con l’instant replay ed è stato un successo che ha, anche, dimostrato che nella maggioranza dei casi la decisione presa dagli arbitri era giusta. Stavolta ci riproviamo: un arbitro commenterà per il pubblico televisivo un’azione della gara, per spiegare le regola, per chiarire. Ma senza un contraddittorio, perché così non si finisce più».
E’ un passo avanti importante, anche per gli arbitri: “Dobbiamo uscire dalla nostra sacrestia, renderci più disponibili, invogliare i ragazzi a scegliere questa strada. Credo che avere un contatto più diretto col pubblico sia fondamentale per reclutare nuove leve, aiutare gli arbitri giovani a crescere. Da quest’anno, quelli di serie A, il sabato, faranno da tutor ai meno esperti che fischiano in C dilettanti. Abbandoniamo anche le tristi magliette grigie per altre più colorate”.
Una professione difficile, anche per quello che è successo l’anno scorso: i commissari arbitrali, figura coinvolta nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria non esistono più. Oggi si chiamano osservatori e non danno più i voti. L’ultima «grana» riguarda la proibizione per gli arbitri di apparire sui social network: «Una regola che, poi, ha adottato anche la Nba e che da noi è stata male interpretata: un arbitro può intrattenere rapporti su Facebook con chi vuole,manon è corretto che abbia giocatori o addetti ai lavori tra i suoi amici e che faccia commenti pubblici sul basket. Resta la regola che, per parlare del suo lavoro, deve essere autorizzato ».
Ovviamente Sky diventa ancor più un bersaglio.
La scelta di una sola azione, e non di un’altra, rischia di diventare argomento per le polemiche dei più beceri: «Il punto di partenza — dice Paola Ellisse che ha proposto questa novità agli arbitri — è che tutti devono credere alla buona fede di tutti. Non abbiamo voluto il parere degli arbitri per far polemica, ma per essere più traparenti grazie alla loro disponibilità. Non avverrà per tutte le partite trasmesse ma solo quando ne sentiremo la necessità».

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